
Quanto costa accompagnare il passaggio generazionale in azienda?
07/04/2025Il conflitto è sempre un’opportunità; detta così può sembrare più una battuta, anche ingenua, che un’affermazione responsabile o sensata. Eppure, se lo sappiamo guardare con occhi competenti e preparati, questo momento inevitabile ci svela grandi opportunità. Vediamo perché e cosa si può fare per coglierle.
Cos’è un conflitto
Un conflitto, per come lo intendiamo qui, è il contrasto tra obiettivi, priorità o bisogni di due o più soggetti; questo vale sia per soggetti individuali che collettivi. Non cambia se si tratta di un disaccordo tra moglie e marito, tra condomini oppure tra Nazioni o popoli. Ho detto “per come lo intendiamo qui”, ma se ci pensiamo bene è così anche nella nostra esperienza quotidiana.
Cerco di mantenere al minimo la teoria, per approfondire la quale si può fare riferimento al mio libro sul Metodo CASE®, ma qualcosa dovrò spiegare.
L’essere umano è un animale sociale e come tale ha in sé delle dinamiche innate. Una di queste è che, nello stato sano, tende a soddisfare le condizioni che assicurano la propria esistenza in vita e quella della propria comunità. Perché ciò accada, i bisogni dell’individuo e quelli collettivi devono essere soddisfatti. In una società sana i bisogni degli individui sono soddisfatti e questo crea la pace e l’armonia nella comunità. Questo equilibrio, anche nella migliore società, è dinamico e sempre in movimento. Per questo motivo capiterà che gli individui, o gruppi di essi, potranno in certi momenti percepire la mancata soddisfazione di uno o più bisogni. In quei momenti potrà attivarsi un conflitto tra individui o gruppi per ristabilire l’equilibrio.
L’approccio sano al conflitto
In una cultura nella quale il conflitto è sempre un’opportunità tale situazione porterà alla ricerca di modalità soddisfacenti per tutte la parti di ripristinare lo stato di soddisfazione dei bisogni. Si tratta delle cosiddette soluzioni win-win, cioè quelle in cui entrambe (o più) parti di un conflitto ne escono con soddisfazione.
Questo approccio richiede strumenti di comunicazione raffinati e tanta creatività. Richiede anche molto rispetto, perché l’altra parte del conflitto va prima di tutto legittimata a esistere e a presentare le proprie domande. Già qui potrai immaginare come non sia affatto semplice impostare la trasformazione d’un conflitto: quante volte all’insorgere di un conflitto si inizia subito a denigrare l’altra parte, delegittimandola in modo da negare che possa avere diritto a esprimere una doglianza!
Attenzione: legittimare non significa approvare quello che chiede; su questo c’è spesso confusione. Ma se credi che il conflitto è sempre un’opportunità, per coglierla dovrai partire dal legittimare l’altro e il suo diritto a rappresentare le proprie richieste. A quel punto si potrà avviare il processo di trasformazione e iniziare a muovere verso l’opportunità.
Perché trasformazione
Avrai spesso sentito parlare di gestione del conflitto, mentre da me sentirai sempre parlare di trasformazione. Gestire, a mio avviso, significa perpetuare, tenendo sotto controllo gli effetti,
Trasformare un conflitto significa farne un’opportunità di creare maggiore benessere e prosperità nella comunità cui appartengono o i soggetti in conflitto; questo sia che siano marito e moglie oppure Stati sovrani e la comunità internazionale. Win-win vuol dire che tutti vincono, quindi guadagnano qualcosa.
Ecco quindi che per trasformare bisogna portare le dinamiche del conflitto dalla contrapposizione, tipica modalità della nostra cultura, a creatività e collaborazione. Se legittimo la mia controparte a essere ciò che è, a esistere, ad avere dei bisogni, potrò collaborare con essa alla ricerca delle soluzioni. Insieme, trasformeremo la situazione di partenza, nella quale entrambi (o più) percepivamo una mancanza, un disagio, in una nella quale ci sentiremo più soddisfatti. Non vorremmo tutti vivere in una situazione migliore di quella attuale?
Un Metodo per realizzarlo
Trasformare una situazione di conflitto può essere molto impegnativo. Un conto è trasformare una piccola tensione in famiglia, oppure tra colleghi sul posto di lavoro; un altro lo è pacificare due Stati in guerra. Anche se a volte sembrano più incancreniti i rapporti di coppia o tra familiari di quelli internazionali…
In ogni caso, e a parte le battute, per un’efficace trasformazione del conflitto servono competenze e metodo. Bisogna saper leggere tra i fenomeni evidenti del conflitto quali siano i bisogni in gioco, le emozioni, le aperture e le chiusure delle parti. Bisogna anche essere certi che si pongano le basi per vere opportunità di miglioramento, che siano durature e soddisfacenti per tutti.
Per questo ho creato il Metodo CASE®, un processo tutto sommato semplice, basato su solide conoscenze e ricerche nelle scienze sociali, nell’antropologia e nelle neuroscienze. Il processo si compone di 4 Fasi, che si susseguono grazia a 9 Passi, appoggiati su 9 Pilastri. Ho applicato e insegnato questo metodo in tre continenti e in molteplici contesti professionali, personali e culturali. Funziona!
Le quattro Fasi
Nel processo, per prima cosa bisogna fare ricognizione accurata dei fatti reali, con informazioni di prima mano. Anche questa una cosa non sempre agevole. Si tratta della FASE COGNITIVA. Già qui sperimenterai con qualche sorpresa come molte delle cause del conflitto stiano in interpretazioni e travisamenti della realtà.
Successivamente bisognerà analizzare cosa stia alla base del conflitto. Lo faremo nella FASE ANALITICA cercando quelli che in linguaggio tecnico si chiamano Fondamenti e Bisogni Essenziali. I primi sono sostanzialmente le richieste che le parti formulano, esplicitamente o meno. I secondi rappresentano invece i timori che le parti percepiscono rispetto ai propri bisogni. Questi possono essere dovuti a minacce reali o anche immaginarie, ma vanno in ogni caso individuati. Sarà tranquillizzando questi timori con proposte concrete che potremo disinnescare il conflitto e cogliere le opportunità.
Si passa poi alla FASE STRATEGICA. Qui si esprime al massimo la creatività, con la ricerca e la proposta delle soluzioni che possano garantire l’esito win-win. In questa fase è ancora molto importante il ruolo del consigliere esterno per portare punti di vista nuovi, originali e non influenzati dalle dinamiche passate del conflitto.
Infine, si arriva alla FASE ESECUTIVA, come in ogni ciclo PDCA che si rispetti anche qui, oltre a mettere in pratica le soluzioni ideate nella fase precedente, avvieremo il monitoraggio dei risultati. In seguito si valuteranno eventuali miglioramenti da apportare per garantire la miglior soddisfazione delle parti, l’efficacia delle misure a garantire maggior prosperità e felicità nella comunità.
Una call gratuita per capire come posso aiutarti
La vita di tutte le persone e le organizzazioni è, ahimè, piena di situazioni conflittuali che hanno bisogno di essere trasformate in opportunità. Io e il Metodo CASE® possiamo assisterti in questo processo per ottenere la migliore trasformazione dei conflitti che ti affliggono in opportunità di migliorare la tua condizione, quella della tua organizzazione o del tuo team. Ricorda: il conflitto è sempre un’opportunità.
Se pensi di avvalerti del mio aiuto, il primo passaggio fondamentale è di conoscerci e inquadrare il tema specifico che si presenta nella tua realtà concreta.
Perciò, se hai trovato interessante questo articolo, ti offro una prima call gratuita di 30′ per poter comprendere come posso aiutarti. Scrivimi semplicemente una mail a: info@federicofioretto.biz