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Bolton Food: collaborare con le ONG per una filiera sostenibile
04/03/2020Prosegue la serie delle mie interviste ai leader della sostenibilità, individuati fra colleghi, amici e clienti o semplicemente imprese che incontro nella mia attività di imprenditore, speaker e consulente sul tema.
Ho scelto frontrunner della #sostenibilità, grandi e piccoli, i quali hanno accettato di condividere considerazioni strettamente aziendali su temi specifici per essere di aiuto ad altre imprese e professionisti della sostenibilità.
Tra le prime della serie vi saranno: ENEL, IKEA, Mitsubishi Electric, Niederstätter – RENTMAS, e Pirelli con i loro massimi rappresentanti nell’ambito della Sostenibilità. Altre a seguire che saranno una gustosa sorpresa.
Ciascuna ha affrontato la sostenibilità per come deve essere quando è fatta seriamente: non un punto di arrivo o un certificato da ottenere velocemente, alla fine di una lista di cui barrare un po’ di caselle.
Si tratta di un percorso nel quale, con impegno, costanza e determinazione, va ripensato il modo di operare dell’impresa, a volte la sua stessa ragione di essere nel mondo e l’intero modello di business.
Con queste domande ho voluto approfondire con loro alcuni aspetti specifici della loro strategia di Sostenibilità Integrata che ho trovato particolarmente interessanti, per dar modo ai miei lettori e a tanti colleghi di conoscere meglio questo modo nuovo di fare impresa.
Ecco cosa mi ha detto Giuseppe Mora, responsabile del progetto Carta del Mulino.
D: Ho trovato molto interessante nella tua proposta la “scala degli effetti”: sintetizzando lo schema, mangiare un cibo comporterebbe 3 minuti di piacere, 3 ore di effetti nutrizionali, 30 anni di effetti sulla salute e un effetto di tempo infinito sulla salute del Pianeta. Direi che è fondamentale per un’industria alimentare di grandi dimensioni assicurare che i suoli agricoli del mondo stiano permanentemente in buona salute. Possiamo dire che la sostenibilità della filiera è un elemento essenziale per assicurare la business continuity?
R: Crediamo nella sostenibilità delle filiere agricole in quanto strumento chiave per coniugare prodotti dall’elevato profilo nutrizionale, favorendo così la diffusione di diete salutari e sostenibili, con la capacità di portare alle persone prodotti eccellenti in termini di sicurezza alimentare e favorendo metodi di coltivazione sostenibili nel rispetto dell’ambiente e delle comunità anche in termini economici. Le filiere agricole sostenibili rappresentano uno stimolo e un’opportunità per il miglioramento continuo delle performance dell’organizzazione, delle comunità e del benessere del Pianeta. Anche i cambiamenti degli approvvigionamenti dei cereali a livello mondiale stanno incidendo sulla filiera grano; in funzione di essi sarà sempre più necessario che le strutture si specializzino con contratti di filiera specifici che tendano a focalizzare aspetti qualitativi, nutrizionali e di salubrità, ai fini di ottenere produzioni “valorizzate” e di conseguenza nuove opportunità per accrescere i propri ricavi.
D: La “Carta del Mulino” sembra a prima vista un documento semplice, ma leggendo i requisiti del documento ISCC PLUS che definisce i criteri cui devono attenersi – per primi – gli agricoltori nella filiera, ci si rende conto dello sforzo enorme di formazione ed educazione richiesto. Un vero cambio di paradigma rispetto alla corsa al prezzo più basso del prodotto agricolo. Qual è la vostra strategia per conciliare un prodotto che è sempre a rischio di divenire una commodity con l’impegno a sostenere la filiera in questa evoluzione ad alta qualità? Sarà sufficiente la leva del marketing?
R: Crediamo nella travolgente resilienza dell’organizzazione nel voler promuovere “il cambiamento”. I campi coltivati occupano circa il 40% delle terre emerse e le tecniche di gestione delle aree agricole hanno effetti enormi su qualità del cibo, della salute umana e dell’ambiente in generale. Purtroppo, gran parte delle aree agricole nei paesi sviluppati è spinta oltre la capacità portante del sistema con l’unico obiettivo di massimizzare le rese produttive e con un carico ecologicamente insostenibile sul lungo periodo. Con la “Carta del Mulino”, Mulino Bianco si pone l’obiettivo di invertire tale direzione puntando su tecniche sempre più agronomicamente sostenibili di coltivazione a favore della qualità dei prodotti, della biodiversità e della ottimizzazione degli interventi di lotta chimica tramite fitofarmaci.
Formazione, comunicazione e coinvolgimento di tutti i soggetti coinvolti, rappresentano inoltre strumenti imprescindibili per la nostra strategia.
Il progetto “Carta del Mulino” non è solo un investimento competitivo, ma vuole anche essere un progetto più possibile aperto a nuove collaborazioni o ad essere replicato sulle altre filiere del gruppo Barilla, tenendo sempre in massima considerazione le peculiarità delle materie prime e delle geografie interessate
È così che Mulino Bianco, oltre a proporre formazione sul tema della sostenibilità e sulle pratiche agricole sostenibili a tutti gli attori della filiera del grano tenero ha implementato un software per permettere di riportare le caratteristiche dei propri campi, le pratiche agricole adottate e le qualità e quantità di prodotto coltivato e raccolto.
Inoltre, sul sito Mulino Bianco (https://www.mulinobianco.it/lacartadelmulino/) è stata istituita una pagina dedicata al progetto dove chiunque può consultare il disciplinare “Carta del Mulino” oltre che, grazie a una mappa interattiva, geolocalizzare tutti gli attori della filiera e verificarne l’implementazione del progetto sul territorio. In campo, le parcelle di grano tenero dedicate al progetto sono identificate con un cartello “Carta del Mulino” posizionato sul lato rivolto verso le strade di passaggio.
Infine tali concetti sono riportati e divulgati anche sui pack di prodotto ottenuti da farine di grano tenero da agricoltura 100% sostenibile.
L’obiettivo ultimo di Mulino Bianco è di incidere positivamente sulla produzione del grano tenero nell’areale italiano ed europeo, incrementandone il valore, riducendone l’impatto sull’ambiente e imponendo al mercato un nuovo standard di coltivazione per tutti gli attori della filiera “grano tenero”.
Questo tipo di sistema permetterà di diffondere il modello a tutti gli agricoltori della filiera entro il 2022 ed è replicabile in altri contesti; ad esempio è in fase di attuazione, con caratteristiche similari, per la filiera del grano per il bakery brand Harrys in Francia, sempre facente parte del Gruppo Barilla
D: Che scala d’impatto vi proponete di ottenere con il progetto “Carta del Mulino”?
R: L’obiettivo è di portare gioia alle persone attraverso il cibo buono e ben fatto e questo progetto è un ulteriore passo avanti nel sostenere tale impegno. Lavorare per migliorare la sostenibilità delle filiere agricole della farina di grano tenero, il nostro ingrediente principale, significa riconoscere la nostra responsabilità su tale filiera e lavorare per migliorarla, portando benefici alle persone, al pianeta e alle comunità di produttori.
Nel 2019 hanno aderito circa 500 aziende agricole e si stima che ce ne saranno 5.000 da qui ai prossimi tre anni. Fin dall’inizio, con questo disciplinare, Mulino Bianco si assume la responsabilità di riconoscere una ricompensa economica agli agricoltori che aderiscono alla “Carta del Mulino”, volta a coprire i costi necessari per attuare le regole richieste: ad esempio per la creazione di campi fioriti, che incidono sulla resa e sui guadagni della filiera a favore della biodiversità; queste sono vere e proprie oasi di interesse ecologico che rappresentano il 3% dell’intero campo di grano tenero, fondamentali per la proliferazione delle api e di altri insetti che hanno un ruolo decisivo nell’equilibrio dell’ecosistema.
Grazie dunque a Giuseppe Mora di Barilla – Mulino Bianco e buon lavoro, in sostenibilità.