La Sostenibilità è Femmina, davvero!
14/12/2018Quando la ruota della circolarità non gira
13/02/2019Chi conosce un po’ di teoria dell’educazione dovrebbe sapere delle cosiddette “quattro Fasi” dell’apprendimento di una competenza, le quali a mio avviso descrivono il processo di acquisizione d’una consapevolezza piuttosto che semplicemente dell’apprendimento di una nozione. Mi spiego meglio, descrivendo le Fasi:
- La Prima Fase è quella nella quale una persona è “inconsapevolmente incompetente”, ovvero non conosce ciò di cui trattasi e non lo mette in pratica. Per esempio: un bambino che non si è mai trovato davanti a un testo scritto è inconsapevole di non saper leggere.
- La Seconda Fase avviene quando il bambino si trova davanti per la prima volta a un testo scritto, si rende conto che ci sarebbe qualcosa da farci, leggerlo, e che non ne è in grado. Questa è la “incompetenza consapevole”: il soggetto prende coscienza che non sa fare qualcosa.
- La Terza Fase è quella in cui, in seguito al desiderio nato nella Seconda Fase, l’individuo apprende una conoscenza. Nel nostro esempio, il bambino apprende il significato e il suono delle lettere, e lo metterà in pratica coscientemente per leggere le parole scritte sul foglio di carta. Qui la competenze è applicata di volta in volta per specifica volontà: siamo nello stadio della “competenza consapevole”.
- La Quarta Fase avviene, nel nostro esempio, per il resto della vita, cioè quando la persona dopo aver imparato a leggere con disinvoltura, leggerà automaticamente ogni testo che le verrà sottoposto senza dover più pensare a richiamare alla mente la conoscenza delle forme e dei suoni delle singole lettere. Siamo arrivati allo stadio della “competenza inconsapevole”. Io lo chiamerei anche della “consapevolezza”, cioè la conoscenza è diventata parte stessa della persona, la quale non ha più bisogno di intenzione per praticarla. È la fase dove i benefici di aver acquisito una determinata conoscenza sono maggiori.
Vediamo ora perché questo discorso interessa a noi: quando parliamo di Sostenibilità integrata a un’impresa, parliamo di una competenza, o meglio di un insieme di competenze e abilità, necessarie per gestire l’impresa in modo eccellente ed efficace nel contesto contemporaneo. Per una serie di ragioni che qui eviteremo di trattare, la maggior parte delle imprese e degli imprenditori è ancora “inconsapevolmente ignorante” di cosa sia realmente la Sostenibilità e di come questa potrebbe beneficiarli. Questo è, tra l’altro, uno dei fattori che limitano fortemente un impegno più convinto e sostanziale delle imprese nel cammino verso la Sostenibilità e l’Economia Circolare. Tra l’altro, mancando totalmente la conoscenza sul tema, diverse imprese – ho chiaramente in mente anche alcuni clienti nelle fasi iniziali – hanno già alcune caratteristiche intrinseche da valorizzare in ottica di Sostenibilità ma non lo sanno e perciò non ne sfruttano i vantaggi.
Perciò possiamo immaginare un utile percorso di acquisizione della cultura e della pratica della Sostenibilità integrata in modo analogo a quello dell’esempio in apertura.
- Nella Prima Fase l’imprenditore è inconsapevole della Sostenibilità – o di essere “insostenibile” potremmo dire – dei vantaggi che essa può portare alla propria impresa e di come metterla in pratica, integrandola nei processi decisionali e operativi. A questo stadio corrisponde anche quello in cui ha idee confuse tra CSR, le Pubbliche Relazioni, l’Economia Circolare e la Sostenibilità: purtroppo una situazione molto diffusa. Vive e gestisce la propria impresa giorno per giorno in modo tradizionale, “come ha sempre fatto”, secondo i dettami del management convenzionale ancora insegnato nelle più diffuse business schools.
- Nella Seconda Fase per qualche circostanza apre gli occhi, scoprendo che esiste la Sostenibilità integrata come modello di gestione industriale e imprenditoriale eccellente. Diviene quindi “consapevolmente incompetente” della Sostenibilità, ovvero “consapevole di essere insostenibile”. Si palesano i vantaggi di questo tipo di approccio, sia dal lato della riduzione dei rischi sia da quello del miglioramento delle prestazioni. L’Embedded Sustainability index sviluppato da noi di Exsulting ha tra le proprie caratteristiche proprio quella di favorire questa e le successive Fasi. Infatti, già nell’autovalutazione gratuita del proprio Index, l’Impresa prende coscienza degli elementi chiave della Sostenibilità Integrata e di come questi si applichino alla concretezza delle proprie attività. E da lì può partire il percorso che porta dritto ai vantaggi della vera Sostenibilità, fuori dagli equivoci e dalle ambiguità, un passo dopo l’altro e sviluppando competenze interne e durevoli.
- La Terza Fase, quella dunque della “competenza o della Sostenibilità consapevole”, è quella in cui l’Impresa conosce e valuta se stessa in base ai parametri della Sostenibilità. Qui il focus è sull’instaurazione di una cultura e di un modo di ragionare i processi che vuole portare la Sostenibilità nel quotidiano di ogni componente dell’attività lungo l’intera Catena del Valore. Si trovano i modi perché in ogni processo siano evidenti gli elementi rilevanti per i tre aspetti della Sostenibilità, economico, umano-sociale e ambientale, affinché si possa calcolarne il contributo che si può darvi. Si cominciano a raccogliere i frutti dell’impegno, ma sono solo i primi, i più facili. È una fase “tecnica” e “conoscitiva” essenziale, nella quale è importante mantenere la concentrazione e la volontà, soprattutto un forte coinvolgimento dei vertici aziendali nel sostegno al processo, sugli obiettivi e sull’avanzamento verso il loro raggiungimento. La coerenza delle decisioni e delle azioni con gli obiettivi e le strategie di Sostenibilità deve essere costantemente verificata, perché non sorge ancora automaticamente. Questo avverrà in seguito
- La Quarta Fase è infatti quella della “Sostenibilità inconsapevole”, e quella più interessante. In questo stadio la cultura della Sostenibilità ha pervaso ogni fibra dell’impresa, divenendo pratica quotidiana: i suoi obiettivi sono universalmente diffusi, compresi e chiaramente stabiliti nel tempo; essa guida l’innovazione di prodotto, processo e modello di business; favorisce l’integrazione e le partnerships nella catena di fornitura; ispira le politiche del personale; guida le scelte strategiche, quelle finanziarie e quelle commerciali, e così via. In pratica, la Sostenibilità è diventata “il lavoro di ciascuno in ogni momento”. I vantaggi cominciano a essere consistenti, sia dal punto di vista finanziario, con raccolta di capitale facilitata e a minor costo, minori impatti ambientali e relative spese, vantaggi commerciali con maggiori quote, nuovi mercati o clienti più fidelizzati, catena di fornitura più solida ed efficace, competitività migliorata, maggior produttività, rischi meglio gestiti o eliminati e così via. Tuttavia, ormai pensare e agire in sintonia con le strategie e le politiche di Sostenibilità è diventato qualcosa di profondamente radicato che avviene automaticamente. I processi decisionali tengono conto in modo naturale e spontaneo degli elementi chiave per la Sostenibilità poiché ormai è assodato e naturale che seguirne le indicazioni è maggiormente redditizio e meno rischioso.
Ecco qua: la Sostenibilità integrata la si può sfruttare sviluppando un insieme di competenze da apprendere e praticare con costanza e impegno finché divengono automatiche, inconsapevoli appunto. Se ti interessa capirne di più, puoi calcolarti gratuitamente l’Embedded Sustainability Index dal sito di Exsulting https://exsulting.com/en/home e beneficerai di un’opportunità di auto conoscenza unica e preziosa, oltre ad avere un benchmark utile a posizionarti. Da lì deciderai tu stesso se come proseguire sul cammino.