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16/10/2020Il Metodo CASE® per le transizioni
13/11/2023Il coaching nelle transizioni è al servizio di un’arte, perché attraversare i grandi cambiamenti nella vita è un’arte: un’arte difficile, ma che gli umani hanno innata. E dunque a cosa serve un supporto di coaching se governare il cambiamento è qualcosa che tutti noi umani dovremmo saper fare senza impararla?
Tuffi nell’ignoto
Il fatto è che il coaching nelle transizioni serve perché nelle fasi di grande cambiamento siamo solitamente in preda a emozioni forti. Le emozioni forti possono essere spiazzanti e lasciarci completamente disorientati. Il cambiamento comporta un tuffo nell’ignoto, una cosa che il nostro animale interiore, concentrato a evitare ogni pericolo per la sopravvivenza, detesta. Per questo spesso è la paura a bloccarci nelle transizioni. Oppure, se non ci blocca, ci costringe e prendere strade “più sicure” ma meno interessanti. Ci fa giocare in difesa, impedendoci di osare fino in fondo.
Altre volte è la rabbia a fare da padrona. Talvolta prendiamo la decisione di realizzare cambiamenti radicali in conseguenza della rabbia verso qualcuno. Oppure del rifiuto di una situazione che ci è divenuta insopportabile. In questi casi, da un lato la rabbia può essere usata in modo sano, divenendo la benzina nel motore dell’azione. Questa energia di fuoco ci propelle in avanti e permette di superare anche ostacoli impegnativi. Ma più spesso la rabbia ci porta a reagire piuttosto che ad agire. In tal caso tendiamo a concentrarci più su quello che “non vogliamo”, cioè ciò che vogliamo lasciarci alle spalle, piuttosto che su ciò che desideriamo.
Sono solo due esempi, ma danno un’idea del perché un aiuto nell’attraversare le transizioni, i grandi cambiamenti nella vita, è indispensabile.
La mano ferma di una guida
Il coaching nelle transizioni è altrettanto delicato quanto l’attraversamento del cambiamento in sé. La sfida che si pone al coach è quella di prestare una mano ferma a sostegno del o dei protagonisti, aumentando nel contempo la loro autonomia.
Questo è l’obiettivo prioritario del vero coach: accrescere la capacità del soggetto assistito di affrontare e gestire in futuro i propri cambiamenti in totale autonomia e sicurezza. Per questo il coach deve saper aiutare il cliente a trovare le proprie soluzioni, quelle cui potrà attingere anche in futuro, in nuove situazioni di transizione.
Nei due esempi fatti in precedenza, si tratterà nel primo caso di rassicurare la persona al punto che possa osare fino al fondo delle proprie possibilità. Nel secondo caso il lavoro sarà quello di aiutare la persona a trovare esattamente cosa desidera, cosa vuol realizzare; aiutandola a lasciar andare la tentazione di reagire “contro”, sprecando così la propria energia. E sono solo due esempi tra infinite possibili situazioni.
Il coach della transizione è dunque un professionista che sa aiutare il cliente rendendosi trasparente, pur rimanendo saldo nella propria esperienza e competenza.
Non solo talento ma metodo ed esperienza
Quindi il coach della transizione è una specie di artista, una persona che ha un talento innato e unico? Non proprio. Certo, una certa predisposizione all’empatia e all’ascolto attivo sono necessari. Ma per accompagnare con successo transizioni difficili, come ad esempio quelle delle imprese, che sia all’esterno o all’interno, ci vogliono metodo ed esperienza.
Quanto all’esperienza questa si fa sulla propria pelle, con graffi e contusioni, oppure con tagli e fratture se va male. Come nel mito di Chirone, il centauro ferito patrono dei guaritori, chi cura deve conoscere il dolore delle ferite. Quindi ecco che per qualificarsi come coach della transizione è necessario aver attraversato grandi cambiamenti nella vita con spirito costruttivo ed esserne usciti avendo imparato qualcosa dall’esperienza. Non si tratta di studiare o di conseguire diplomi. La vita è la sola scuola che, se “frequentata” con intelligenza, insegna davvero… a vivere la sua continua mutabilità.
Quanto al metodo, ricordiamoci prima cosa si intende con questo termine. Dal sito di Treccani: “In genere, il modo, la via, il procedimento seguito nel perseguire uno scopo, nello svolgere una qualsiasi attività, secondo un ordine e un piano prestabiliti in vista del fine che s’intende raggiungere”. In pratica, affrontare la transizione, e l’accompagnamento del cliente nell’attraversarla, con metodo significa avere le idee chiare su:
- dove si vuole arrivare
- perché ci si vuole arrivare
- come arrivarci
- quali risorse ha il cliente
- quali risorse servono
- chi/cosa può aiutare
Questi almeno i punti principali che bisogna organizzare e tenere come punti cardinali di riferimento per il coaching nelle transizioni.
Persone e aziende: sempre di persone si tratta
Transizioni e cambiamenti radicali non avvengono soltanto nella vita delle persone, anzi. Il mondo degli affari, delle imprese, è in costante movimento, come ogni aspetto della vita. E nel movimento avvengono cambiamenti che vanno attraversati con abilità per produrre i risultati attesi. E perché no: anche produrne di migliori.
Per esempio, quando due imprese si fondono, oppure una viene incorporata in un’organizzazione più grande, si tratta di sconvolgimenti radicali. Rapporti organizzativi e di forza, flussi di servizio e di informazioni: tutto cambia, spesso con una rapidità sconcertante. Si tratta di aspetti organizzativi, che riguardano imprese, cioè strutture giuridico-funzionali.
Certo, ma le organizzazioni sono fatte di persone, e saranno sempre persone ad attraversare il cambiamento. Dovranno pur farlo cercando di mantenere un equilibrio funzionale che supporti il raggiungimento dei risultati e soprattutto la loro salute e il loro benessere globale. Volendo essere cinici, questo benessere è un obiettivo funzionale al business, dunque deve essere nelle priorità della leadership dell’organizzazione.
Metodo e umanità
Una volta credevo che i metodi disumanizzassero l’approccio consulenziale o di coaching. Poi mi è capitato di fare una formazione molto interessante sul tema della comunicazione in medicina e sono stato illuminato. Il metodo è una sorta di asse centrale sul quale ancorare la pratica, in modo da assicurare di non perdere alcun elemento essenziale a raggiungere il risultato finale. Al contempo, proprio per l’esistenza di questa sorta di punto fisso, un buon metodo permette all’umanità del coach di esplorare ogni aspetto che sorga spontaneamente dalla relazione con l’assistito.
È stato allora che è nato il mio Metodo CASE® per la trasformazione dei conflitti. Quella è stata la prima versione; poi il Metodo si è ampliato funzionalmente alla leadership sostenibile, al punto che questo è divenuto il titolo del libro. Infine, è nata la versione per il coaching nelle transizioni. La radice profonda del Metodo è sempre la stessa: la conoscenza della natura umana e dei suoi bisogni essenziali. Su questa base estremamente solida si fonda un approccio metodologico umano e ancorato alle più avanzate scoperte scientifiche delle neuroscienze.
Per questa ragione il Metodo CASE® per il coaching nelle transizioni permette di attraversare i grandi cambiamenti mantenendo l’equilibrio di tutti i protagonisti. E con esso la focalizzazione sugli obiettivi che hanno portato a determinare l’avvio del cambiamento. Il Metodo può addirittura aiutare a sbloccare un cambiamento necessario che per qualche ragione stenta ad avviarsi: paura, di solito. Oppure apparente mancanza di risorse. Dico “apparente” perché i limiti di risorse non devono mai essere un ostacolo ad avviare una transizione necessaria. Al massimo devono contribuire a determinare la magnitudine del cambiamento, quantomeno al momento iniziale. Poi le risorse necessarie al cambiamento completo, si genereranno all’interno della transizione stessa. Questa è la magia di una transizione effettuata correttamente, con il giusto aiuto.
Stai attraversando una transizione?
I quest’epoca la maggior parte delle persone e delle imprese stanno attraversando grandi cambiamenti. Gli altri, tentando di restare immobili in un contesto che cambia a grande velocità, mettono a rischio la loro stessa sopravvivenza.
Se anche la tua organizzazione sta attraversando i cambiamenti necessari a sopravvivere e prosperare nel mondo che cambia potresti aver bisogno di un aiuto.
Il coaching per la transizione è probabilmente la formula più adatta ad accompagnare le tue persone e la tua organizzazione nell’attraversamento di questa fase.
Potrai così valorizzare al meglio le risorse disponibili e iniziare a generare quelle che ancora non hai a tua disposizione; persone, risorse finanziarie o materiali, tecnologia, sinergie e partnership con la tua catena del valore… Sono solo alcuni degli orizzonti che un buon coaching per la transizione può aiutarti a trovare.
Valutiamo insieme la tua situazione
Se senti che un aiuto ti possa sostenere in questo momento di grande cambiamento, valutiamo insieme la tua situazione.
Prendiamo un appuntamento nel quale mi illustrerai la tua situazione così che io possa farti la proposta adatta a te, sostenibile e concreta. Il primo appuntamento di valutazione è gratuito.
Scrivimi qui: federico@federicofioretto.biz
A presto