Donne e conflitti in Azienda: perché portano la soluzione
07/06/2018L’illusione di Fraser della Sostenibilità
07/08/2018In un articolo recente i cui risultati sono stati pubblicati su Strategic Management Journal e citati dall’Harvard Business Review, K Vakili e L. Zhang condividono i risultati sorprendenti della loro ricerca: esiste una correlazione diretta tra politiche che ampliano le libertà sociali, innovando le norme sociali, e il tasso d’innovazione della società. La metrica utilizzata è il numero di nuovi brevetti concessi.
Tra le politiche che gli studiosi hanno preso in considerazione ci sono la liberalizzazione della marijuana e la legalizzazione del matrimonio omosessuale. Ma anche altre politiche sociali di liberalizzazione mostrano una correlazione causale nella stessa direzione. È molto interessante vedere quanto sia fantastica l’intelligenza umana: più la si restringe in strutture sociali e culturali strette e arretrate, più essa rifiuta di collaborare e di guardare al futuro, generandolo con idee innovative.
“L’innovazione è un processo sociale“, affermano gli autori, e io sono molto d’accordo con loro. Allo stesso modo in un’organizzazione l’innovazione è un processo che coinvolge l’intera cultura dell’azienda. Se la mentalità è anti-innovativa, come quando le persone temono di essere considerate “sbagliate” ed emarginate (pensate a un fumatore di “erba” in una società proibizionista o un’omosessuale in una società sessualmente arretrata, ma anche a un appassionato innovatore tecnologico – un Natale Capellaro, per dire – in un’impresa dal management conservatore e ottuso) come potete pensare che la sua mente sarà proiettata sulla creatività e l’innovazione? La concentrazione sarà sul nascondere le sue abitudini, recitare la parte “giusta”, a volte in modo così disperato di apparire in linea con la cultura dominante da diventare un persecutore fanatico dei suoi stessi simili.
L’innovazione nasce dal rispetto per l’originalità e l’unicità di tutti, dall’atteggiamento di accoglienza verso la diversità e dallo sguardo aperto all’infinita varietà di questo nostro mondo. In un’azienda c’è bisogno di una cultura costruttiva dell’errore, che incoraggia le persone a provare nuovi modi e a rivelare e condividere apertamente qualsiasi fallimento, per apprendere insieme a tutta l’organizzazione da ciascuna esperienza. Come è stato notoriamente detto, qualsiasi errore è l’apprendimento di un ulteriore modo per non raggiungere un obiettivo. Questo porta molto, molto spesso, nel modo migliore e più veloce alla scoperta di quello adatto e al raggiungimento dell’obiettivo.
Perciò, se sei un imprenditore o un leader economico o politico, e hai paura della legalizzazione della marijuana o delle unioni gay, sarà meglio che ci ripensi un momento…