Smettila di dire “È difficile”: basta con le scuse e passa all’azione!
17/03/2017Quando usare le Persuasione e quando la Soluzione Chirurgica in HR?
18/05/2017Oggi voglio riflettere su una delle più importanti doti di un leader eccellente. L’occasione mi è data dal messaggio ricevuto da un mio ex allievo il quale, qualche giorno fa, mi ha mandato la fotografia del suo diploma di “insegnante” in una scuola di sviluppo personale che ha frequentato con impegno per cinque anni. Insieme all’agognato diploma, c’era un messaggio vocale con il quale egli mi ringraziava per la parte da me avuta nel diventare lui quel che è oggi. Proseguiva dicendo di esser consapevole che molto lavoro lo aveva fatto egli stesso ma, concludeva: “Beh, sai in che condizione ero quando ho iniziato il cammino”. Si, lo so. E ricordo molto bene quanta strada abbiamo camminato insieme. So anche che egli oggi è un leader capace nel suo campo, e un buon leader di se stesso.
Questa storia non interessa in quanto celebrazione di un mio successo, il che sarebbe irrilevante. Al limite potrei celebrare il successo del mio allievo. Però la vicenda mi ha fatto riflettere. Sebbene in questo caso particolare non si tratti di una relazione di leadership all’interno d’una squadra, sento che contiene alcuni elementi ad essa comuni. Uno di essi è l’equilibrio tra il dare e il prendere, e l’eterna irrisolta diatriba su boss e leader.
Ricordo di aver letto da qualche parte che la definizione di un grande leader sarebbe stata “colui che crea altri leader”. Da un certo punto di vista sono d’accordo. Per esempio, per cominciare, lo sono sul fatto che un leader deve essere libero dalla paura che le sue persone diventino “più” di lui/lei e conseguentemente non limitarne lo sviluppo e la crescita. Sfortunatamente ciò accade spesso. Alcune organizzazioni, specialmente quelle orientate alla finanza, o quelle connesse alla politica, incoraggiano perfino questo tipo di dinamiche, rendendo i loro ambienti di lavoro estremamente competitivi – e malsani. Questo è un errore molto comune che esce direttamente dalle business schools, dove pochi docenti vengono “dal campo” e ancor meno dal mondo delle PMI, dove i più veri legami umani si forgiano. Ciò che accade in queste organizzazioni è che le persone spendono la maggior parte del proprio tempo e delle loro energie a guardarsi le spalle e assicurarsi che nessuno emerga o risulti più “visibile” di loro. Questa è la cultura della sfiducia e della paura che domina molte organizzazioni inefficienti. È anche il terreno di coltura più fertile per i “boss”.
Se invece sei libero dalla paura, favorirai l’espressione piena del potenziale della tua gente, beneficiando del miglior contributo da parte loro ai tuoi successi. Se alcuni dei tuoi collaboratori hanno la predisposizione per divenire leader, per cominciare ti toglieranno dalle spalle qualche peso, prendendo delle iniziative. Questo sarà reso più facile dalla loro creatività allenata a esprimersi e amplierà la possibilità di trovare soluzioni innovative e inusuali ai problemi che il team incontra. Naturalmente, una cultura del genere è specialmente benefica per le organizzazioni ed è facilitata quando la circolazione delle informazioni, la condivisione della visione, della missione e degli obiettivi, delle politiche di sviluppo delle persone sono più ampie e incoraggiate. Queste sono anche le organizzazioni meglio performanti.
Come secondo aspetto, penso che un leader debba avere una visione/missione che sia coinvolgente e sviluppata, o almeno affinata insieme alla squadra. Può darsi che ci siano alcune persone che hanno la capacità di sviluppare da sole una nuova visione per il Mondo. Tuttavia l’esperienza mi dice che ci sono due fattori che incoraggiano l’attitudine alla condivisione: uno è che più cervelli ampliano la portata di un progetto, l’altro è che le persone che hanno partecipato alla formazione di una visione e alla determinazione degli obiettivi sono più coinvolte nel cercare di realizzarli. Esse inoltre sviluppano una visione più ampia, il che le rende in grado di fornire prestazioni migliori nelle rispettive aree di attività. Le persone che partecipano allo sviluppo della visione hanno una più chiara percezione dello scopo finale delle proprie azioni, cosicché possono usare la propria creatività e intelligenza per renderle più efficaci. Il leader, in questo tipo di approccio, è molto consapevole che i risultati appartengono al team, non ad egli/ella soltanto. Perciò sarà sempre tempestivo nel celebrare l’eccellenza di ciascuno, felicitare per i contributi positivi e trattare quelli negativi in modo costruttivo, per il miglioramento. Puoi ben capire come questo tipo di approccio favorisce la nascita di nuovi leader, almeno nell’ambito delle proprie aree di azione.
Infine, ecco perché attribuisco tanta rilevanza all’equilibrio fra prendere e dare: se sei un “capo”, il tuo obiettivo primario sarà di prendere quanto più possibile dai tuoi collaboratori per renderti “più” in ciò che ti interessa: ricco, potente, famoso… di successo… quel che vuoi. Il problema è: noi esseri umani non siamo stupidi. Ci rendiamo conto di quando qualcuno ci sfrutta più di quanto collabori equamente con noi o ci aiuti a realizzarci. Ciò che un “capo” riceve, perciò, è il cosiddetto “minimo sindacale”: la minima collaborazione dovuta. Come mi dispiace per loro! Se invece sei un leader, prosperi quando vedi le tue persone prosperare e sei gratificato dalla loro crescita. Più dai, più ricevi, e non sto peraltro parlando solo di gratificazione o “santità”.
Il mondo, dopo tutto, è un piccolo, ho imparato: prima o poi incontri nuovamente quasi tutti coloro che ti sei lasciato alle spalle. Lascia che ti ponga una semplice domanda: preferiresti rincontrare, magari in una posizione di potere su di te, qualcuno che hai sfruttato o qualcuno che hai aiutato a crescere e prosperare? Come puoi immaginare io preferisco il secondo tipo di incontro. Fortunatamente, mi capita molto spesso, soprattutto da quando sono diventato un leader migliore: uno che dà più di quanto riceve. Ti raccomando caldamente di ricercare lo stesso tipo di esperienza e, mentre rifletti su quale strada vuoi prendere, voglio condividere questo video ispirante con te:
Ricorda: la vita è fitta di aneddoti su persone che hanno maltrattato qualcuno e se lo ritrovano come giudice, medico, ministro, poliziotto… qualcuno che ha potere su di loro. Perciò, almeno, fai un investimento prudente sul tuo futuro dando più di quel che ricevi dalle persone di cui hai la responsabilità. Non si può mai sapere!